Sei qui, appena sbarcato
assoluto randagio
nell'atmosfera hollywoodiana
come un asso fuori posto
improvvisi condizioni di scadenze.
Del resto potresti pentirti
confidare vaghe istruzioni a un volo
di marionette in partenza, fili strappati,
melagrana di parole perdute
indirizzi profani
e un canto degli spiriti sull'acqua.
Non lontano, lungo la Nord-Sud, dove si
diparte a vu e s'acquietano gli azzurri
ho conosciuto la sotterranea città.
Joie, perdona!
Avrei dovuto cercarti nell'acido
versante degli anni
chiedendoti più volte la luce distillata
liquida dal cielo digitale:
disincanto.
Credevo fossi pioggia
le mani scodelle, l'esistenza
un pesce rosso da salvare.
Con quel fare da scacchista, artista
contrastato e segretario, tienimi al centro
nel pantheon stradale, dove mutazioni
caduta del vento ridestano i profeti del giorno dopo
E un giorno qualsiasi
chiedevo: sei tu quell'asciutto mentale?
Alleluia e mattino sei tu? In fondo,
sapevi del volo leggerissimo della madre sul
nido. Poi trattavi, ritrattavi con
le briciole che siamo.
Passeggiavo sul ponte, saluti, sconnessioni
blablablà dal finestrino.
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