Il Monte Manganello fa parte di una corona di alte colline ubicate nella zona nord-occidentale rispetto al centro urbano di Piazza Armerina, rivolte verso la grande vallata del torrente Olivo e delle Contrade di Ballatella, Montagna di Marzo, Vallegrande, Critti, Rabottano.
La zona è rimboschita maggiormente con Pino d’Aleppo ed Eucaliptus. Tutta la macchia mediterranea è rappresentata sia nelle radure che nel rigoglioso sottobosco. Durante una delle frequenti escursioni di ricognizione territoriale del Gruppo Archeologico “Ibla Erea” di Piazza Armerina, proprio nella sella che il Monte Manganello forma con il vicino Cozzo Comune sono state notate in più punti la presenza di notevole quantità di frammenti fittili antichi che hanno attirato l’attenzione del gruppo di ricognizione.
Sono stati osservati e recuperati molti reperti tra cui:
- dieci frammenti di selce (scarti di lavorazione e raschiatoi) non ben rifiniti;
- alcuni manici di anfora di grosse dimensioni di ceramica acroma;
- un grosso e massiccio manico acromo e un altro con segni di pittura rossastra;
- manici di fine ceramica dipinta rossastra ;
- frammenti di olla dipinta rossa e spatolata e altri con motivi geometrici a losanga o a strisce nere su fondo rossastro (decorazioni fatte con la vernice durante la levigatura del vaso) ; alcuni frammenti di orli assottigliati;
- un ciottolo duro (marino) levigato, con segni di consumo e utilizzato come percussore;
- un frammento a cuneo granitico levigato su due facce;
- una piccola ascia di basalto intera, una piccolissima e sottile ascia di basalto finemente lavorata, due asce spezzate e due frammenti dello stesso tipo;
- una pietra da macina;
- la parte inferiore di “fruttiera” verniciata rossastra con iniziali segni di continuità per i manici;
- alcuni frammenti di pisè d’argilla bruciata nel cui contesto si repertano segni di materiale vegetale con cui veniva impastata (fuscelli di paglia, fili d’erba, foglie, semi, etc).
Si può attualmente parlare di villaggio, dato che la zona presenta solo qualche riparo roccioso o qualche anfratto, che non giustificano una così estesa antropizzazione, oltre al fatto che le popolazioni, dall’Età neolitica in poi, non sempre amavano abitare in grotte.