
La leggenda racconta che fuori le mura della città, nel piano attualmente compreso tra la Chiesa dei Teatini e la Torre del Patrisanto, esisteva uno stagno gorgogliante di acque sulfuree. Questo stagno veniva utilizzato per dirimere le liti o per stabilire una verità. Nel primo caso i due litiganti, per dimostrare la loro ragione, gettavano nello stagno ognuno una tavoletta di legno.
Alle acque venivano quindi attribuiti il potere di scoprire gli spergiuri e quello di fornire responsi.
Nella Chiesa dei Teatini esiste un'antica tela raffigurante la Madonna del Gorgo Nero.